Friday, December 9, 2011

E' tempo di gettare la spugna!

Dopo l'arrivo a Seattle della Simo le cose sembrano più facili e rilassate. La mamma e' sempre la mamma, anche se dopo 5 minuti che dialoghi con lei realizzi quanto sia stato saggio trasferirsi nel nuovo continente. Il fatto e' che lei crede che tutti siamo affetti da una forma di ipoacusia intrattabile. Cio' la costringe ad urlare benché la distanza che la separa dall'interlocutore e' pari a quella delle Pringles dentro al barattolo. Essendo io abituata a vivere nel silenzio per la maggior parte della giornata, tornare a convivere con mamma e' una prova d'affetto bella e buona.
Non parliamo del mio adorato fratellino. Bisogna stargli dietro come ad un cucciolo che ti scagazza per casa. Una delle cose più curiose e' che ci ha messo un po' di giorni per familiarizzare con l'acqua, i saponi e gli asciugamani del luogo. Per fortuna ora ha preso il via e pare che farsi una doccia non sia poi così complicato...
L'Ing. e' super indaffarato al lavoro e deve sforzarsi a tenere il lobo occipitale libero per la comprensione di eventuali chiamate da parte mia che lo esorto a tornare a casa perché Sguingui vuol nascere.
E io? Beh, ho quasi abbandonato la speranza di arrivare a 100kg e di partorire a breve, ossia prima della data presunta del parto che e' il 14 dicembre. 2 obiettivi che vanno a farsi fottere, come si sta facendo fottere il mio umore. Quest'attesa e' snervante! Da un lato vuoi farla finita con questa panza che crea solo disagi diurni e notturni ed e' meta di toccate non autorizzate che manco c'avessi la Sacra Sindone avvolta. Dall'altro vuoi abbracciare il tuo piccolo scricciolo. Senti proprio il bisogno di stringerlo, coccolarlo ed iniziare la tua esistenza con lui.
L'altra cosa che mi porta a non sopportare più la condizione di appanzata sono gli atroci dolori rettali che provoca Sguingui quando decide di cambiare posizione. Questi giorni, infatti, in casa non si parla d'altro e la Simo pare divertita dalle mie pene anali. Invero, nell'immaginario collettivo, quando il bimbo scalcia si pensa che ciò provochi dolore alle pareti della pancia. Stronzate! Il dolore va a colpire direttamente li' ove non batte il sole. E, se sei fortunata ad avere le emorroidi come me, la sofferenza e' triplicata. Sapevo che la donna fosse condannata a partorire con dolore e non a soffrire di dolori all'ano! Mah...
Martedì scorso la gine mi ha detto che sono dilatata 3 cm e che il collo dell'utero e' corto 1cm. A sentire queste notizie ero stra-convinta che il parto fosse imminente. Stavo più attenta di una guardia carceraria ad ogni singolo dolore o perdita e supplicavo Sguingui di venire a respirare un po' d'aria fresca di Seattle. Ero contenta! Constatato che le contrazioni sono del tutto sopportabili, che non si verificano con una frequenza regolare, come dovrebbe essere, e che i miei slip sono tornati ad essere immacolati (ok...quasi), ho deciso di gettare la spugna ed arrendermi al tempo che vuol trascorrere noncurante delle mie caviglie gonfie tipo Fred Flinstone e di tutti gli acciacchi che ho. Sono passata, quindi, ai consigli popolari che si sentono in giro e che si leggono pure su internet. Per ora ho provato a fare discrete camminate e costringere l'Ing. a performance sessuali di discutibile gusto erotico qualora viste dall'esterno. A meno che il livello di depravazione dello spettatore vada oltre la masturbazione della pecora.
Entrambi i metodi pare facciano acqua. Il primo, ossia la passeggiata, incrementa il mal di schiena, di gambe ed il giramento di balle che già sono fonte di sofferenza, soprattutto nelle ultime settimane di gestazione. Il secondo rimedio rende scettico l'Ing. circa la sicurezza del nascituro. Una sera si teneva forte forte le mutande, manco dovesse salvarle dalla caduta in un dirupo, e proferiva la seguente frase: "io mio figlio non lo prendo a cappellate". La ottoscritta, per non far la parte dell'uomo assetato di sesso ed insensibile ai soliti dolori premestruali della compagna frigida, si e' dovuta girare e dire "beh, in effetti a me stasera fa male la testa".

Friday, December 2, 2011

E' una questione di sciacquone

Dopo 9 mesi debbo riconoscere che decidere, deliberatamente, di rimanere incinta e' pressocche' una cosa da persone coraggiose. Nel senso che Rambo, da solo, nella giungla, a combattere contro presunti Vietcong e serpenti velenosi che non esistono nemmeno nella mente del creatore, fa più tenerezza del Tenerone che vedevamo da piccoli in Drive In. Pippo, Pippo, piiiiiippo!!!!
Fino ad un mese fa, ad esempio, pensavo che i piedi gonfi fossero fenomeni serali dettati dalla quantità di stronzate commesse durante la giornata. Troppe ore in piedi, troppo tempo senza muoversi, la coca cola al posto dell'acqua e così via. Biiiiiiip! Sbagliato!!!!O son troppo indisciplinata io, o qualcuno ha deciso di punirmi in maniera arbitraria. O la combinazione di entrambi. Scegliete voi.
Comunque le notti insonni ho scoperto che possono essere causate da vari fattori. La classica donna incinta vi dirà che non dorme dall'agitazione, a causa dei calci del bimbo o della posizione scomoda che deve assumere per non urtare la panza. Io non dormo perché al piano sopra abita un'emerita stronza. Anzi Stronza, con la S maiuscola. E la signora in questione coabita con un gran testa di minchia. Ebbene, entrambi hanno la medesima vita di Nosferatu: il giorno dormono e la notte, a partire dalle una circa, iniziano a vivere come noi normali viviamo di giorno. E succhiano. Se sangue o cosa non so. Soprattutto lei, che necessita di andare a sputare al cesso con intervalli regolari di 20 minuti, tira lo scarico e riparte alla carica. Durante i tragitti che compie, la nostra amica Draculessa indossa delle sexy ciabatte stile infermiera sui 50 e sui 150kg che attraversa i corridoi dell'ospedale con un passo che pare gli si filino le simil-pantofole da un minuto all'altro e vadano a colpire qualche malcapitato sul setto nasale.
In realtà, durante le ore notturne trascorse ad ascoltare i suoni provenienti dall'alto, sono anche arrivata a pensare che questi 2 stanno tentando di avere un figlio. Perciò, dato che il giorno lavorano, devono darci giù di brutto durante la notte. Lei, poi, si alza, va al bagno, si da una sistemata alla meno peggio e torna da lui. Invero il fecondatore presunto non l'ho mai sentito camminare. Ho sempre sentito lei che, a fine nottata, a forza di fare la' e qua' dal bagno, ha percorso la mille chilometri del passatore.
Mah...forse l'accorgersi nottetempo di tanti rumori e di come procedono le vite altrui fanno parte di queste notti insonni che accompagnano ogni donna al traguardo del parto. Forse sono io che non mi faccio i c... miei, forse sono i signori Nosferatu che mi vogliono comunicare
qualcosa. Qualunque sia l'ipotesi azzeccata, qui sono le 4 di notte, le ciabatte rullano ancora come tamburi, io sono comodamente seduta sulla toilet a scrivere ed il mio piccolo albero di Natale splende e mi fa luce sul corridoio. Manca solo Sguingui che urla come Tarzan quando Jane non gliela da e che farà fantasticare qualche altra donna incinta del palazzo alle 3 di notte. Ciao donna incinta, tra poco son cazzi tuoi. E' ora di tirare lo scarico.

Thursday, December 1, 2011

Mentitelo coi fiori

Qui a Seattle, ultimamente, pare che le giornate liete si susseguano senza fermarsi. Da un lato ciò mi rallegra poiché, fin'ora, ho vissuto giornate tranquillissime, degne della persona più normale del mondo. Non pensate che chi vive negli USA conduca la stessa esistenza di Starsky & Hutch o di Lady Gaga...! Qui le persone si svegliano presto la mattina con le balle girate perché al lavoro le attendono mille problemi, pranzano, ricominciano a lavorare, tornano a casa, cenano e vanno a dormire per ricominciare ancora più incazzati di ieri. Ecco, la mia vita e' ancor più piatta (e va bene così!). D'altro canto tutte queste gioie mi preoccupano...non e' che la sfiga se ne ha a male e viene a gridar vendetta? C'è anche da dire che ci son già stati periodi nella mia vita abbastanza belli seguiti da momenti abbastanza normali. Insomma...tutto e' tornato come prima. Ed e' ciò che mi aspetto!
Ebbene, il 26 abbiamo accolto in suolo seattolese la prima ondata di familiari: la Simo e mio fratello. Arrivavano a Seattle alle 13. Mentre l'Ing. era in macchina a videochiamarsi col fratello, io stavo dentro l'aeroporto in collegamento col Dott. e la nonna per mostrar loro in diretta l'arrivo dei 2. Ve lo giuro, manco lo sbarco di Armstrong sul suolo lunare e' stato così ben documentato! Ci mancava la sigla dell'Eurovisione che per il resto il momento era solenne già del suo. La prima che sbuca dal trenino che porta dagli arrivi internazionali all'uscita e' stata la Simo. I capelli neri che, come al solito, fanno pan dan col cappotto nero. Pantaloni sportivi neri, scarpe nere e una t-shirt rosa che era quasi imbarazzata a stare in mezzo a tutti quei neri. La Simo c'aveva la faccia provata, il trucco colato e sentiva caldo come quando arrivammo a Cuba vestiti come se la destinazione fosse Oslo.
Mio fratello aveva una tutta nera, i capelli scompigliati che pareva appena uscito da un test nella galleria del vento e il giacchetto sceso che pensavo dovesse coprire un buco sul lato posteriore dei pantaloni. In realtà anche lui sentiva caldo. Avevo veramente seri dubbi sulla collocazione geografica di Seattle. Arrivati alla macchina l'Ing. accoglie suocera e cognato con, rispettivamente, un mazzo di rose e un palloncino con su scritto "Happy Birthday!". La Simo riceve commossa le rose e ringrazia sentitamente. Io le dico "Mammina, qui e' normale regalare rose alle signore che arrivano dopo un lungo viaggio!". Sono passati 5 giorni e ancora me lo rinfaccia. Avrebbe preferito che le dicessi "Mammina, queste rose sono un pensiero speciale che abbiamo avuto solo per te!". Nonostante la mia spietata sincerità, e' stata una giornata ricca di gioia.