Tuesday, October 25, 2011

Uovo sodo

No, non e' il titolo di un film vecchio di qualche anno fa che, sicuramente, non vedrò mai. E' uno dei luoghi comuni che ti accompagnano durante i fantastici ( e' ironico eh! ) 9 mesi.
1- Andando per gradi, la prima cosa che mi viene in mente tipica della gravidanza sono le nausee e tutti le peculiarità magnerecce che ci girano intorno. Tipico, nei film, e' vedere sta cosa che rasenta il quintale fregnare per il gelato. Ebbene e' pura realtà. E non vi andrà giusto un cucchiaino di sorbetto al limone giusto per far passare la voglia. Ciò che brameranno le vostre papille gustative sarà il sundae unto del Mac Donald's con sopra 8 etti di cioccolato fuso. Pure la granella di nocciole, please! L'altro giorno, per esempio, mi son fatta fuori un ice cream made of: 3 palline di vaniglia intervallate da strati erti come materassi di caramello, noci a pezzetti e una bella colata di cioccolato caldo. La panna non ce l'ho messa, mi pareva superficiale.
2- Corollario del punto precedente. Le uniche cose che riesci a mangiare sono: dolci che superano rigorosamente le 2000 kilocalorie per morso, la pasta all'amatriciana e la pizza. Appena fai il test e scopri che e' positivo, il primo buon proposito che ti frulla in testa e': mangerò sano per il mio bambino. Che un mese dopo e': posso magna' un bambino sano.
3- La caviglia fina e un tacco a spillo sono il sogno erotico di ogni fanciullo. Per nove mesi sarete il sogno erotico di Shrek. Il vostro corpo si trasformerà in quello della principessa Fiona. Anche il colore della pelle.
4- A proposito di derma, sentirete spesso dire dalla gente che la vostra pelle e' splendente...e ci credo, dico io! Con tutto il grasso che trasudano i pori altro che "m'illumino d'immenso"! Qui siamo ai livelli di fluorescenza da contaminazione nucleare!
5- Questa fa schifo ma e' la pura verità. Gli slip si trasformano in raccoglitori di muco che va dal trasparente al bianco candido. Mio marito, la prima volta che vide quella cosa bianca che emergeva dalla mutanda di Vicoria's Secret, mi ha chiesto se mi fossi soffiata il naso con gli slip.
6- Dal sesto-settimo mese in poi il vostro pargolo assumerà dimensioni tali che voi, finalmente, vi capaciterete che state condividendo il vostro corpo con un altro inquilino. Costo del canone di locazione a parte, costui ha una vita propria ed autonoma rispetto alla vostra. Dorme quando gli pare, fa ginnastica nel bel mezzo della notte e ha pure il singhiozzo. Quest'ultimo richiede una certa dose di pazienza. Immaginatevi di aver ingerito la lancetta dei secondi e che questa sta scandendo il tempo dentro di voi...tic tac, tic tac... Poi ci si vendica facendogli ascoltare l'intero album "Voglio andare a vivere in campagna". Mmmmmmhhh come sono cattiva! Muahahahahaha!!!!
7- Se siete in dolce attesa di un maschietto, allora si che e' il momento per sperperare tutti i vostri risparmi per una ceretta a settimana. Gli ormoni maschili bombarderanno il vostro corpo talmente tanto che vostro marito chiamerà il WWF per denunciare la presenza di un orsacchiotto sotto la doccia. Il mio ha telefonato a "Chi l'ha visto" per avvisare che il signor Ciro Capodacqua di Ostia si trova al sicuro a Seattle. Sotto la doccia.
8- Le notti saranno lunghe ed insonni. Proprio come lo saranno quando avrete spanzato. La differenza e' che nel primo caso non avete motivo di stare sveglie, nel secondo si. Nella prima fattispecie cercherete rifugio sotto le coperte tentando di farvi abbracciare da vostro marito che dorme come Hello Spank con la bolla sul naso. Nella seconda avrete solo le mutande addosso, a meta' gennaio. Le tette ignude pronte per la nottata. Vostro marito ancora dorme.
9- Dopo tutti questi patimenti non credete di protervi rilassare con un bel bagno caldo od una bella sauna. La cameriera cubana di Miami mi ha avvertita: "Mentre tu te rilassa en agua caliente, tu bebè se cuoce!". Subito mi son tornate in mente le uova sode mangiate a colazione: "Oddio, ho bollito mio figlio!!!!".

Wednesday, October 19, 2011

La mia rivincita

Adesso inizio a pensare. E mi viene in mente di quando sono scesa al primo piano per prendere la posta. Avevo appena fritto 8 pezzi di petto di pollo e circa mezzo chilo di patatine stile McDonald's. Ah...c'avevo pure i capelli unti, puzzolenti e arrangiati alla "modello numero 4, Giuditta!". Il tocco finale e' rappresentato dal grembiule col panda davanti che m'ha regalato la mia amica Avv. C. Ella, nella sua immensa saggezza, gia' sapeva che mi sarebbe servito un grembiule carino per uscire di casa. Non avevo la ciabatta casalinga che fa molto donna anni '70, ma un bel paio di scarpe da ginnastica che facevano a pugni con tutto cio' che si spiegava sopra di loro. La tuta nera immancabile che e' riuscita a vestirmi dai 50 ai 90 Kg.  Forse la felpetta con la zip mi sta un poco stretta ma, con un poco di impegno (e qualche rumore sinistro, tipo strappo di tessuto), si allaccia pure quella. L'andatura e' quella inconfondibile che m'accompagna da quando ha fatto la sua comparsa nella storia della mia gravidanza la pubalgia. Ricordo benissimo quando stavo per chiedere ad una ragazza incinta cosa fosse sta pubalgia e la risposta e' arrivata da sola, sulla mia pelle, a mie spese. Pare mi abbiano fatto fare la spaccata tipo Sara Simeoni e, nel farttempo, mi stavando dando calci nelle parti intime. Non oso immaginare se fossi stata un uomo come avrei reagito. Di sicuro non sarei riuscita a pulire i pavimenti come ho fatto quest'oggi. Circa il mio passo attuale e' necessario che io menzioni il fatto che sto diventando lo zimbello del quartiere. Praticamente cammino come un bimbo di 2 anni che ancora non sa come mantenere l'equilibrio. Letteralmente mi dondolo da destra a sinistra e viceversa con i piedi che assumono posizioni innaturali pur di farmi rimanere in piedi. Faccio pena pure a loro! La cosa piu' deprimente e' che mi prende in giro pure l'ometto delle pulizie. Quello che viene dal Cameroun e che mi odia a morte perche', quando ci siamo presentati, gli ho fatto ripetere il suo nome per ben 4 volte. Ed alla quarta ho smesso di chiederglielo non perche' avevo capito, ma per evitare  di prolungare quella sana figura di merda che stavo facendo. L'innominato, insomma, appena mi vede si appoggia sul suo inseparabile mocho e inizia a dondolare come un pendolo. Mi guarda con quegli occhi scuri e ride. Per sdrammatizzare inizio a camminare ancor piu' da imbranata, inviando al suo adoratissimo ed inseparabile mocho le peggio maledizioni maledizioni. E' da un po' di tempo che non rivedo l'innominato...
Nel tragitto per andare verso la cassetta della posta non ho incontrato nessuno e mi sentivo quasi felice di aver conservato quel poco di dignita' che mi rimane doipo questi 7 mesi di gravidanza. Prendo la posta, c'era anche il film che avevo ordinato e, sinceramente, la causa maggiore che m'aveva spinta a scendere al primo piano. Mi dirigo sorridente verso l'ascensore per rincasare. Ecco, qui' le cose si son messe male. Rientravano, infatti, proprio in quel momento i super-fighi del nono piano. Ogni piano ha una coppia di vip. Una volta nel quinto piano c'ero io e l'Ing. Ora hanno preso il nostro posto la coppia di sessantenni del 520 che hanno una vitalita' che io manco nel pieno della mia fanciullezza ho conosciuto. Torniamo ai Pitt-Jolie del 9. Si apre l'ascensore. Saliamo tutti e 3. Prima sale lei, poi lui e, per ultima io. "Che cafone!" penso..., "Va be che faccio abbastanza schifo ma sono una donna!". Lui tiene lo sguardo abbassato perche', evidentemente, il pavimento e' piu' guardabile di me. Lei, mora, alta, magra e con la bocca carnosa e l'aria mezza schifata, mi lancia occhiate di disprezzo. Lo so che rasento il quintale, puzzo di fritto, sono vestita peggio della piccola fiammiferaia ma tu, stronza, sotto gli stivali da "fescion victim" hai un escremento di cane che fa capolino! Life is good!!!

Monday, October 17, 2011

(Dis)Avventure di viaggio. Parte 2

E' il sogno di tutte noi da bambine. E' il momento piu' atteso nell'estasi dei sogni romantici che ci accompagnano mentre la nostra mente immagina veli bianchi, pizzo e fiori d'arancio. E' il cazzosissimo viaggio di nozze. Quello che quando arriva il momento di decidere la meta può essere motivo di insulti, litigate, minacce e annullamento di progetti di matrimonio. Da bambine tutte lo vedevamo come meta tropicale tra palme, fiori rossi enormi, spiagge dorate e delfini allegri che pare ti salutino da lontano. Poi c'è chi, da grande, cambia idea. Come ha fatto, per esempio, la mia amica C. che s'è fatta 20 giorni tra elefanti incazzati, bufali imbizzarriti e babbuini stronzi che ti rubano il pranzo e, se non riescono nell'intento, ti ci pisciano sopra. Io sono rimasta fortemente ancorata al sogno romantico che avevo da bambina. Non mi piace espormi a rischi e, se voglio un po'di suspance e adrenalina, mi e' sufficiente attraversare la strada quando per i pedoni e' rosso. Volevo, insomma, stare tranquilla. O, almeno, così avevo progettato. Erano passati più di 4 mesi dal nostro matrimonio. L'unico viaggio che avevo fatto fino a quel momento era stato quello che mi vedeva come nuova abitante di Seattle. Era arrivato il momento di completare la cerimonia nuziale. Mi dirigevo quasi tutte le mattine all'agenzia viaggi per organizzare il tutto. Prima, pero', facevo la mia sosta al cafe' poco distante per assaporare le 500 calorie dello shake alla vaniglia. Nessun senso di colpa, specialmente quando varcavo la soglia dell'agenzia viaggi e li' vi trovavo Linda ad attendermi per organizzare la partenza. Linda si vestiva con le tende da teatro, perché non c'era taglia che potesse contenerla. Finalmente era tutto pronto. Fiji, here we come! Il viaggio e' durato 16 ore (più 2 per andare a Los Angeles) con hostess che parevano un incrocio tra un armadio 4 stagioni e il più cattivo degli aborigeni. Il viaggio era strutturato in 3 soggiorni diversi.
1. Il villaggio turistico romantico, quello dove vengono concepiti l'80% dei bambini nati subito dopo il matrimonio. La mattina ci mettevamo abbracciati a fissare il mare cristallino. Era tutto così smielatamente romantico che mi sentivo immersa in una schiuma di miele e propoli. Se non fosse stato per le vacche che passeggiavano su' e giù per la spiaggia a lasciare cacate che da lontano sembravano scogli. Tutto procedeva a meraviglia. Tutto era perfetto. Tranne, come al solito, la mia abbronzatura. Il penultimo giorno, infatti, di quella prima tappa del viaggio di mozze era in corso una discussione per via della mia noncuranza nel prendere il sole. Eravamo in conflitto. Ricordo che ero con gli occhi chiusi ad ascoltare il vento che si era alzato quando, improvvisamente, si avvicina il bagnino che i ha detto che gli stava dispiacendo assai di rovinare il nostro relax in spiaggia ma, da non so dove, era arrivato l'allarme Tsunami. A tal proposito occorre tornare al giorno prima la partenza per ricordare ai lettori che c'era appena stato uno tsunami nell'area dell'Oceania. La Farnesina, contattata da una me disperata che già vedeva volare via il suo sogno tanto atteso, aveva saputo rispondere alle mie domande sulla sicurezza del mio viaggio con un inequivocabile "So' cazzi vostri". Ritorniamo alle Fiji. Alle parole di quel sant'uomo siamo corsi, da buoni Italiani, verso la camera per cercare di accaparrare tutte le cose di valore. L'Ing. Non usciva mai, come se quella stanza contenesse tutti i tesori rinvenibili in una piramide. "Daiiiii, sbrighete!" gli urlavo io. "Esci da sta cazzo di camera!" urlava il bagnino. Siamo tutti corsi in cima ad una collina dalla quale si riusciva a vedere il mare che si era distanziato di parecchio dalla riva. Ho fumato molte sigarette e ho avuto un conato di pianto quando iniziavano a distribuire acqua, proprio come si vede nei telegiornali quando documentano le disgrazie. Passarono circa 3 ore e dello tsunami nessuna traccia. Un sospiro di sollievo e siamo ritornati a discutere dei miei modi barbari di prendere il sole. Ormai me l'ero sposato e c 'ero andata anche in viaggio di nozze.
2. L'isolotto sperduto in mezzo all'oceano turchese. Per arrivare a questo secondo luogo di vacanza matrimoniale c'era voluta quasi un'ora e mezzo di traghetto che aveva mandato a puttane un'intera mattinata di piastra che mi ci ero svegliata al sorgere del sole per non farlo rimpiangere, al suo risveglio, di aver contratto matrimonio con la scrivente. Dovevo, in qualche modo, coprire la magagna dell'abbronzatura in ordine sparso. L'isoletta su cui siamo approdati ( in realtà si erano pure dimenticati di lasciarci li' e, per questo, ci hanno fatto scendere per ultimi, durante il tragitto del traghetto verso il porto di partenza...che culo! ) era piccola e selvaggia. Ci attendevano sulla spiaggia un gruppo di musicisti con gonnellini allacciati con scarsa sicurezza, del tipo che ad ogni ventata rischiavo di scorgere il piffero, camicie floreali ed un bel fiore tropicale appoggiato dietro l'orecchio. Ad essere sincera avevo pensato ad un'isola abitata da gay e l'idea mi piaceva pure. Purtroppo ho scoperto che nelle Isole Fiji gli uomini vanno conciati così. Premesso che odio fare il bagno in mare e sono famosa per fare 15 giorni in spiaggia senza nemmeno accostarmi alla riva, mio marito mi aveva finalmente convinta perché c'era una flora ed una fauna acquatica da togliere il fiato. Ma si, sono nel mio viaggio di nozze e tutto mi e' concesso! La mattina l'esplorazione del fondale era andata alla stragrande. Il pomeriggio avevo deciso di riprovarci...era troppo bello! Questa seconda avventura era partita con una canoata in testa: mentre guardavo il fondo una canoa guidata da una tizia poco esperta mi ha centrato il lobo occipitale. Ricordo che per un secondo i pesci si erano trasformati in ballerine di salsa. Ripresami dallo scontro, mi dirigo verso una piattaforma che ricordavo essere popolata da molti pesci. Era tutto tremendamente bello e surreale. Purtroppo la voce insistente dell'Ing. che mi chiamava interrompeva quel momento di simbiosi tra me e l'acqua. Non potevo cacciare la testa fuori per rispondergli, altrimenti mi sarei persa quello spettacolo di colori. Ho deciso, allora, di dirigermi verso la spiaggia ( luogo da cui lui mi chiamava a squarciagola) continuando la mia esplorazione. Appena ho girato lo sguardo per andare verso la voce di mio marito ho avuto una visione. Credo che nemmeno Bernardette quando vide la Madonna nella grotta si e' sentita scossa così come ero io. Invero lei aveva la Santa Vergine, io uno squalo. Ho perso la testa, l'ho recuperata e l'ho cacciata fuori dall'acqua. Ho iniziato a gridare "Help, there is a shark" e nessuno mi si inculava. Tutti guardavano attoniti in attesa di qualche spettacolo. Più gridavo e più attendevo di morire. Mi aspettavo che l'amico con le pinne mi addentasse sul trippozzo grassetto. " Maledetto milk shake!" pensavo... "Fossi stata più magra sicuramente sarei stata anche meno appetibile". Finalmente sento che la mia mano in preda ad un ictus veniva agganciata da una presa stretta ma sicura: era l'Ing. che aveva deciso di salvarmi. Avrebbe potuto approfittarne, sapete?!?!? Ho passato un'oretta sdraiata a fumare di continuo e a bere vodka che il marito acquistava ogni 5 minuti al bar della spiaggia. A suo dire dallo spavento la mia bocca aveva assunto la forma del beccaio che indossavo ed e' rimasta in quel modo per un buon quarto d'ora. Ripensavo soprattutto al bagnino che mi aveva gentilmente spiegato che quello squalo sicuramente aveva avuto paura di me in quanto io ero più grande di lui. Meglio essere mangiati da uno squalo che sentirsi dire che i milk shake avevano dato i loro frutti. Forse se mi fossi portata Linda avrei sortito diverse reazioni. Forse, da bambina, il mio viaggio di nozze me l'ero immaginato così.
3.La spiaggia nera: tutto bene,grazie.

Monday, October 10, 2011

Il mio decalogo

Caro Sguingui,
come ogni madre che si rispetti ho delle aspettative.  Se, durante il tuo percorso, farai il bravo, la mamma  ti comprera' un orsetto. Vero.
1. Quando arrivera' il momento di nascere, non assumere posizioni cosiddette "a cazzo". A mammina non interessa l'ebrezza del bisturi, ne' tantomeno di vantarsi di non avere la passera spanciata a causa tua. Papa' se ne fara' una ragione. Prima o poi.
2. Durante la nostra convivenza vanno rispettati gli orari di mamma: da mezzanotte a mezzogiorno si dorme, dopo si fa la pappa e poi si fa shopping. Alla sera si fa la pappa un'altra volta. Prima della nanna ognuno va in camera sua perche' papino deve controllare che mamma stia bene. Gia' ti sarai reso conto di quanta fatica e quante botte deve dare papy tuo per accertarsi che tutto proceda per il meglio! Solo dopo questa operazione potrai venire a dormire tra i tuoi genitori. Se arrivi prima, quantomeno, bussa. Conosco persone che non hanno bussato e che ora, dallo shock, parlano senza vocali.
3. Per fare shopping occorre risparmiare su tante cose. La prima di queste e' il latte. Mamma ne ha tanto ed e' tutto per te, senza bosogno di andarlo a comprare (noi acquistiamo solo beni di prima necessita' quali vestiti, scarpe, borse e trucchi). Papino darebbe chissa' cosa per stare a contatto con le tette di mamma come potrai fare tu. Approfittane perche' passeranno molti anni prima che ne rivedrai un paio.
4. Sii sempre una persona serena e rispettosa. Poco tollerante. Sorridi a chi e' incazzato cosi', magari, gli si spegne il fuoco al culo.
5. Studia con impegno altrimenti mamma sara' costretta ad incollarti il libro sulle mani cosi' quando le tieni distanti sei obbligato a leggerlo, quando le tieni accostate sembrera' che tu stia pregando. Ora et labora Sguingui!
6. All'eta' di 40 anni potrai abbandonare il tetto (e la tetta) materno. Prima di quell'eta' il genere maschile e' ancora incapace di capire che la lavatrice non e' un complemento d'arredo su cui poggiarci la foto con gli amici scattata al mare.
7. Non affannarti a cercare la donna ideale. A parte mammina tua, nessuna e' ideale. Al massimo raggiunge la mediocrita' Quando sara' il momento, saro' io a sceglierti una bella cubista perennemente ubriaca. Dai retta a mamma che queste sono le qualita' piu' importanti da ricercare in una donna.
8. Scegli il lavoro che ti piace piu'. Non pretendo che tu diventi un professore alla Bocconi o uno scienziato al CNR. L'importante e' che guadagni denaro onestamente. Un giorno poi mamma ti spieghera' cosa, secondo lei, significa onestamente.
9. Segui le orme del papy nello sport. Conduci una vita sana e priva di stress. Ci pensera' mamma a portarti nella cattiva strada e a starti col fiato sul collo.
10. Ricordati sempre di mamma. Soprattutto quando passi davanti ad una gioielleria.

Thursday, October 6, 2011

(Dis)Avventure di viaggio (parte 1)



Premetto che a me New York fa cagare. Ci tengo sempre a putualizzare questa mia opinione. Vuoi un po' per creare scandalo perche' la gente e' fermamente convinta di quanto sia affascinante NY, sebbene non ci abbia mai messo piede; vuoi un po' per dire la mia, che ci tengo sempre tanto. E quando, poi, sto zitta e non mi esprimo son cazzi. Che mio marito mi guarda e dice che pagherebbe per capire cosa frulla in questa testolina. You don't wanna know, direbbero da queste parti. Siamo stati a NY nel 2010, perche' era d'obbligo visitarla prima che terminasse la nostra avventura negli States. Che cazzata! L'Ing. aveva un collega che e' tornato in Italia a fine 2009. Questo tizio, ogni tanto,  trascinava la moglie a visitare zone degli USA con viaggi organizzati alla buona solo perche' "tocca andacce prima de parti' da qua (ecchecazzo)!". Il mio di viaggio era ben organizzato, c'era lo zampino dell'Ing. che nel curare i dettagli e' un portento; c'ero io che dettavo regole su cosa visitare e cosa tralasciare. Si parte! Ho affrontato questa visita della grande mela con l'influenza, il mal di gola, la sonnolenza per tutti i farmaci che avevo in circolo che manco nonna mia ne ha mai assunti tanti tutti insieme e, cio' che piu' conta, avevo le balle girate. Ero sull'incazzato andante. NY ci ha accolti con la sua coltre di smog, il suo traffico, i luoghi super affollati e i pericoli dietro ciacun angolo. La cosa che ricordo meglio di questa citta' e' che, nonostante io fumassi circa 20 sigarette al di' e i miei polmoni fossero abituati a tanta merda, questa citta' era peggio di una sala fumatori senza ricircolo d'aria: invivibile! Sorvolando sulle ore d'attesa prima di poter fare il check in, sorvolando le mie bestemmie, sorvolando che non ce la facevo nemmeno a fumare per calmarmi da quanto stavo male, finalmente ci danno la stanza. L'Hotel si chiama Roosevelt ed e' vicino a Grand Central Station, abbastanza centrale. Entrata in camera ho fatto la mia consueta ispezione del cesso con tanto di pulizie (si, pulisco i cessi delle camere degli alberghi in cui vado). Il mio sguardo cade su un punto che contrastava coi colori soft delle piastrelle. Questo punto era la tazza del cesso e questa cosa fin colorata era merda. Le sembianze dell'Ing. cambiano repentinamente. Si e' trasformato da ragazzo felice di fare la sua prima esperienza in una delle citta' piu' famose a Gargamella: incazzato del brutto! Io mi sono accovacciata a terra in prossimita' della tazza e, con un occhio piangevo, con l'altro guardavo incredula quel mostro marrone che mi stava rovinando la acanza. Tutto questo mentre mio marito parlava con la direzione in un inglese molto scurrile, che pure Marilyn Manson si sarebbe sentito a disagio. Nonostante il mio malessere (riferito alla salute ed all'umore) incrementasse di minuto in minuto, ci rechiamo al MOMA. Dopo aver visitato poche cose in maniera svogliata, abbandono l'Ing. per riposarmi. Trovo un giardino con delle sedie. La temperatura era estiva, il mio vestiario era decisamente invernale. L'effetto soporifero dei farmaci ha fatto effetto immediatamente. Appena appoggiato il culo sulla sedia ho iniziato a non sentire piu' niente, nemmeno quel bimbo che saltava e urlava come una scimmia del Congo. Assomigliava pure ad un primate, stronzo! Dopo non so quante ore, sento che qualcuno mi sta toccando la spalla. Penso che era il mio turno di fare la foto con la scimmietta, invece era l'Ing. che, tutto sorridente, mi diceva che era arrivato il tempo di andarsene. A causa della mia influenza, dei miei vestiti e del clima che, da estivo, era diventato tropicale, ero sommersa da litri di sudore che, oltre ad un aspetto poco gradevole, mi conferivano un odore che non era esattamente piacevole. Infatti, successivamente, ho realizzato che l'Ing. mi stava scuotendo la spalla non con le mani ma con la piccola brochure del museo che si era preso all'entrata. E' stato veramente umiliante. Cita aveva avuto la sua rivincita e ora mi ricambiava di tutti gli sguardi schifati con cui l'avevo ricoperto poche ore prima. Mi sono fatta forza e ho iniziato a camminare tipo eroinomane a Central Park con l'Ing. accanto che era felice di aver visto molte cose interessanti e, soprattutto, di aver girato il museo da solo, in santa pace, senza me che sono notoriamente una rottura immane quando si tratta di camminare. Io sto alle visite turistiche come Cicciolina sta alla democrazia cristiana... Finalmente sono stata condotta a pranzo. Quando magno, non so come mai, ma sembra che mi passi tutto. Mi trasformo, divento simpatica, gentile e altruista. Non ho, pero', l'abitudine di versare l'acqua, reputo che sia una cosa che ognuno debba fare da solo. Un po' come fare il bidet. La sera l'Ing., che mai e' stanco, mi ha abbandonata semi-incosciente sul letto per andare a vedere la famosa Times Square che distava pochi passi dal nostro albergo. Al suo ritorno abbiamo deciso di farci un po' i cazzi degli altri mediante le news. Appena abbiamo acceso la Tv ci siamo accorti che tutti i canali trasmessi erano unanimi nell'affermare quanto gli USA si stessero cagando sotto in quei momenti. A Times Square c'era un auto bomba. Tutte le televisioni del mondo avevano le telecamere puntate su quel veicolo. Il problema non era che, se fosse esploso qualcosa, saremmo stati protagonisti di un esplosione colossale. No, questi sono particolari, giuro! Il dramma e' stato quello umano di mio marito. Naturalmente, la piazza ove era parcheggiata la macchina imbottita di esplosivi, era transennata e colma di agenti della polizia. Il caro Ing., pensando che quelle transenne fossero state messe perche' di li' a poco avrebbe avuto la gara di limbo piu' grande del secolo, ci e' passato sotto. Ha anche pensato di iscriversi a quella competizione tanto gli era risultato facile passare sotto la striscia gialla con su scritto "Police line do not cross". "Che scritte bizzarre per una gara del genere!" avra' sicuramente riflettuto mentre si incamminava verso l'hotel. "Io ci avrei scritto, che ne so, "fiesta!" o "everybody dance now!"", pensava mentre l'ascensore che lo avrebbe portato in camera saliva velocemente. E, rivolgendosi a me in seguito alla visione delle notizie, mi ha pure confessato che il poliziotto che l'ha visto fare la prova per la presunta gara gli ha pure fatto notare che, se li' ci avevano piazzato una transenna, qualcosa voleva dire. "Limbo!". I giorni seguenti la mia influenza decideva, piano piano, di abbandonarmi e le visite ai vari musei e zone della citta' sono divenuti  meno tragici. Resta il fatto che la Grande Mela puzza, e' troppo caotica e sporca, guidano peggio che a Napoli e io preferisco Seattle col suo verde, le strade ben ordinate e la gente cordiale o che, almeno, fa finta. Anche io faccio finta.

Tuesday, October 4, 2011

Womini

Ho trascorso il pomeriggio a mostrare in diretta alla Simo lo sbarco di Amanda all'aeroporto, manco fosse il '69 e Armstrong fosse sulla bocca di tutti. Non contenta, la Sig.ra mamma ha vegliato fino alle 3 di notte per ascoltare il discorso dell'ex detenuta tenutosi in una sala-stampa arrangiata dentro a SeaTac. Tutto ciò per poter dire al mondo che lei c'ha la figlia a Seattle e che ha visto il rimpatrio della Knox in tempo reale. D'altronde anche con la signora del negozio di abbigliamento ha tenuto a sottolineare il fatto che stava facendo l'acquisto di numero 2 tute perché doveva venire a Seattle ad assistere la figlia partoriente. E poi si chiedono da chi ho ripreso...
Oggi volevo parlare di un problema che affligge il mondo: gli uomini. In particolare degli uomini che ci stanno accanto:amici, mariti, compagni, compagni di stanza, fratelli e via dicendo. Le lamentele circa questi esseri a 3 gambe provengono da donne di tutte le eta', estrazioni sociali, angoli del mondo. Io credevo che con il passare degli anni il problema si attutisse con l'arrivo della sordità. Col cavolo! La mia studentessa, proprio stamane, ha detto:"Ah gli uomini!"." Embe'?" direte voi... Questa c'ha 76 anni e 43 anni di matrimonio alle spalle. Non e' confortante per niente! Soprattutto quando si scopre il motivo del litigio: lei voleva sbarazzassi delle cose inutili, lui no. Ah! Lui e' pure tedesco e di vecchio stampo. Lei ancora maledice il giorno che si sono sposati e desidera tornare indietro nel tempo per fare la single a vita. Dopo 2 soli anni di matrimonio non me la sento di essere così cattiva, perciò parlerò dei nostri amici maschi in modo un po' meno spietato. Perché, in fondo, li amiamo molto...per ora... Tutti hanno un minimo comun denominatore: quando si tratta di maneggiare un aggeggio tecnologico puoi pure puntargli le tette su una tempia tipo pistola, non ti daranno mai udienza, mai!!! Nemmeno se son passate 3 settimane dall'ultima volta che gliele avete propinate tipo " Amo', il pranzo e' servito!". Un'altra caratteristica che ci colpisce assai e' l'abilita dei loro calzini e delle loro mutande di fuggire dalla cesta dei panni sporchi, ove i maschi giurano di averli depositati, per andare a depositarsi sul pavimento della stanza da letto. La mano raccoglitrice femminile pare essere un buon rimedio per evitare la crescita degli arti inferiori di questi indumenti. Al supermercato iniziano i casi umani, quelli che la psicologia non ha avuto ancora il coraggio di studiare. Freud, infatti, preferiva studiare la psiche femminile per avere meno complicazioni. Il carrello, di solito, lo spingi tu donna perché se lo guidasse lui sarebbe troppo da checca. Lui, invece, porta con orgoglio il cestino. Quest'ultimo lo carica con cibi del calibro dei cocomeri, i cosci di mucca e i tonni sani. Il cestino ha da pesa'. E' la dimostrazione che lui e' potente, che c'e stato in palestra e che può reggere il peso di 5 donne contemporaneamente. Alla vista di 5 del mio calibro, di solito, fanno marcia indietro. Al supermarket, inoltre, si manifesta un'altro fenomeno. Invero, la situazione che andrò a descrivere necessita di una condizione imprescindibile: la presenza della gran figa. Durante l'acquisto di un qualsiasi genere alimentare si trasformano nel Vissani della città. Inizia l'elenco di tutte le proprietà organolettiche del prodotto, la bontà o la maturazione dello stesso, le ricette in cui può essere usato e i supermercati che fanno prezzi migliori. Tutto questo stando estremamente attenti che la bionda alta 1,80 stia bene a sentire. Qualora non fosse, iniziano a gesticolare col prodotto in mano manco tu fossi sordomuta. Ingenuamente cadiamo, ammaliate, nella loro trappola e, tornate a casa, gli chiediamo quale fosse la quinta ricetta propinata. "Piccola, ma io che ne so! Guarda su internet!". E li' capisci che quella Carol Alt non si trovava vicino a voi 2 per caso... La figura materna e' un ulteriore aspetto che accomuna gli uomini. Non so come mai gli ricordiamo la mamma ma, al momento della fine del pasto, ciò e' molto evidente. Si alzano da tavola diretti al computer e ti guardano con gli occhioni buoni quasi per dirti :" Mamma, ho fatto il bravo, ho finito tutta la pappa...adesso posso andare a
giocare?". Il tuo istinto materno li lascia andare a giocare e inizio il rito dello sparecchiamento, proprio come faceva tua madre. Il top viene raggiunto dai nostri signori iper-attivi. L'esempio top( e quello che conosco meglio) proviene dall'Ing. che si diverte a fare le lavatrici, a caricarle dalle 2 alle 5 volte nell'arco di poche ore per poi piazzare, soddisfatto, chili di roba nel cesto dei vestiti da stirare ( da stirare dalla sottostronza). Te la porta davanti a te come fa Fido quando ti riporta il bastone che gli hai tirato, pensa di essere stato un aiuto eccellente ed un marito esemplare e tu, in preda ad una crisi esistenziale che nemmeno a 13 anni con i Nirvana a palla hai sperimentato, gli sorridi e lo
ringrazi. Perché lo ami...per ora...

Monday, October 3, 2011

La bellezza dei miei piedi

A volte capita si facciano dei discorsi seri durante l'ora di cena. Non a casa mia. Non questo periodo. Ieri sera, dopo i cosciotti di pollo sapientemente arrostiti insieme alle patatine, si e' intavolato un discorso sulla bellezza che pare non finisse più (dalla tavola ce lo siamo portato in bagno). Tutto e' partito da un servizio del Tg1 che guardavamo sul computer, dopo mesi e mesi di lavaggi del cervello col Tg2. Esce fuori l'Ing. che, inspiegabilmente, tira fuori una sua teoria sulla bellezza quale entita' oggettiva. Il fatto, a mio avviso, grave e' che parlava e rideva in quanto aveva capito che non era in grado, dopo tutta la giornata che lo aveva stremato, di propinare un discorso avente capo e coda e, soprattutto, senso. Insisteva sul fatto che ci debbono pur essere, in questo mondo, delle forme che sono oggettivamente belle. Dopo un quarto d'ora di luci ed ombre sull'argomento, stanco delle cazzate che stava dicendo, attutisce il tono di voce, solitamente superiore a quello di un venditore di pesce al mercato. Io mi stavo godendo l'esposizione sgranocchiando 1 dei 2,5 Kg di uva nera acquistata da Costco. Se non fossi incinta avrei bevuto un cabernet ma, purtroppo, non se po' e mi accontento della materia prima del vino. Mandato giu' l'ultimo acino, esordisco dicendogli che stava dicendo una marea di minchiate, che non si doveva lamentare se io non facessi mai un discorso serio e che la domenica sera, invece di tali disquisiIoni, preferivo momenti selvaggi sopra il letto che sarebbero, di certo, utili a calmare i miei ormoni più arrapati di Gigi la trottola. Per riprendersi da questo turbinio di pensieri senza senso, esposti così, in maniera svogliata, mi chiede: "Ma a te che forme piacciono?". Mi sono sentita come al primo appuntamento, quando fai domande apparentemente intelligenti per capire i gusti dell'altro. Ho accavallato le gambe, assunto uno sguardo vispo e ho risposto (ruffiana): "Amore, io adoro le tue forme e....quelle tondeggianti". La prima parte della frase e' da premio Nobel per l'adulazione sfacciata finalizzata, esclusivamente, a portarti a letto nel minor tempo possibile l'interlocutore. La seconda, ahimè, e' in grado di non farlo eccitare più fino alla prossima eclissi totale. "Forme tondeggianti" non vanno d'accordo col genere maschile, tanto meno con l'Ing. che sono più di 20 anni che si ostina a correre tutti i santi giorni per mantenere un fisico invidiabile. Questa mia risposta era troppo pericolosa, avrei avuto un anoressico in casa quando, invece, serviva uno con le braccia forti per reggere uno Sguingui pieno di cacca, piscio e vomito. Come rimediare??? Ho pensato che fosse meglio curare un bulimico piuttosto che proferire altre frasi inopportune e mettere a repentaglio la
stima che lui ha di me. Silenzio...Lui e' logorroico perciò l'imbarazzo e' durato una frazione di secondo. Ero felice di non aver fatto danni incancellabili. Forse... " Io cerco di tendere alla bellezza " dice l'Ing. con lo sguardo di chi ha combattuto per i propri ideali e, alla fine, ha avuto pure successo. "Al mio ideale di bellezza". "Aaaahhhhhh" penso io, stravolta, pentita e ancor più assetata di effusioni domenicali di quanto non lo fossi fino a pochi minuti prima. Tutto purché quel discorso si bloccasse! Il mio lui e' bello, soggettivamente bello ma, comunque, bello. Il bello, poi,e' che se lo dice pure da solo, cercando di non apparire troppo pieno di se. Perché, attenzione, ha sottolineato che lui tende al bello o, comunque, al suo ideale di bellezza. Quest'ultimo credo essere Kim Rossi Stuart che apprezza anche come attore e che, sicuramente, vedeva da piccolo sui poster di Cioè della sua vicina di casa. Anche io sbirciavo Cioè ma peso più di 80kg, cammino dondolando e c'ho la cellulite che Platinette me fa una pippa. I capelli somigliano a quelli della Magnani in "Roma città aperta" quando la ammazzano e ho più brufoli di un tredicenne che si masturba con le foto del Postalmarket. Incerta di come sopprimere le risate che tenevo strette tra i polmoni e le tonsille, mi sono alzata di scatto, l'ho baciato e gli ho detto che e' vanitoso ma, comunque, bellissimo, a mio sommesso parere. Ho riguadagnato 100 punti. L'ho visto dalle sue labbra e dalla forma tipica a cuore che assumono quando ride. Era felice, io lo avevo fatto felice. Il primo passo per trascinarlo sotto le lenzuola era compiuto. Prima, pero', occorre prepararsi per andare a nanna. La scena si sposta in bagno, un bagno talmente grande che per l'ultimo pizza party che ho organizzato ho apparecchiato sul pianale del lavandino. Qui e' iniziato, non ricordo come mai, un discorso sul sesso. Ok, forse l'ho iniziato io per qualche motivo. Ora non ricordo, forse... Per dignità e decoro non sto a spiegare quali siano state le mie parole e l'ordine in cui l'ho pronunciate. Vi basti sapere che il monologo si e' concluso in
un batter d'occhio con un "Sono stanco" ( mi aspettavo anche un " Ho il ciclo, non posso" ). Morale della favola lui se n'è andato a dormire con la certezza che e' un gran figo ( non esagero, giuro!) e ancor più convinto di aver raggiunto i suoi intenti di quelcazzo di ideale di bellezza. La cosa più importante( e socialmente rilevante ) e' che ha concluso la giornata con la soddisfazione che, al mondo, c'e almeno una donna che lo supplica di poter usufruire, seppur per pochi minuti, di una sua parte intima e a cui si e' potuto permettere di dire
"NO!". Io sono rimasta al bagno, seduta, a scrutare i piedi, l'unica parte del mio corpo che non ha subito aumenti di peso e/o di cellulite. Anche loro hanno il proprio ideale di
bellezza.