Wednesday, September 21, 2011

C'era una volta, 14 anni fa

Me la ricordo ancora la guida turistica. Era una donna francese di mezza eta', con un fisico alla Kate Moss ed una faccia con una ruga ogni 3 secondi. Sto esagerando, va beh...ogni 30 secondi. I capelli erano castani che ridavano sul rossiccio, lunghi, crespi e mossi. L'accento era quello tipico di una francesce che da pochi anni vive in Italia. Stessa pronuncia, stesso vocabolario. Era brava e ce la metteva tutta. Secondo me aveva un rapporto piu' che amichevole con l'autista ma queste sono solo mie congetture (certezze). La collocazione spazio-temporale di questa signora e la scrivente e' questa: Stati Uniti d'America, zona ovest, 14 anni fa. Eravamo un gruppo di turisti provenienti da tutta Europa. Ricordo, in particolare, la ragazzetta mia coetanea proveniente da Milano in compagnia di sua mamma e sua nonna. La teenager olandese accompagnata dal padre che, alla tenera eta' di 15-16 anni, aveva gia' il permesso di fumare...le sigarette eh! C'ero pure io, capelli lunghi, semi ingenua, con l'apparecchio che mi era costato il nickname Robocop, in vacanza con mamma, papa' e fratellino. Quel viaggio comprendeva la visita di 4 stati:California, Utah, Nevada ed Arizona. Io mi ricordo di essere stata a San Francisco, Los Angeles, Universal studios, Las Vegas, Phoenix ed al Gran Canion. Ah...ricordo anche il fiume Colorado che e' chiamato cosi' perche' questa parola in spagnolo significa rosso e, appunto,  rosso e' il colore del fiume per via del terreno su cui scorre (mi ricordo solo questa spiegazione e ve la dico cosi' come me l'hanno venduta, pertanto non sono ammessi insulti). Gli altri posti li ho rimossi...evidentemente non avevano catturato l'attenzione del nostro Robocop. Un giorno, durante questa vacanza, la signora guida turistica francese, durante una sosta mi si avvicino' mentre stavamo guardando un paesaggio in lontananza. Io le chiesi come aveva fatto a finire negli USA. Lei, con la sua "R" uvulare ed il timbro di voce elegante, mi racconto' che da bambina, mentre contemplava il mare con sua madre, punto' il suo dito verso l'orizzonte e disse :"Mamma, da grande voglio andare ad abitare dall'altra parte del mare". Ho pensato io: "Cacchio! Anche io mi voglio affacciare da un balcone di Cecina ed esprimere questo desiderio! Che gran figata vivere negli USA!". In realta' non ho mai compiuto questo rituale di buon auspicio ma, come per magia (o culo, che dir si voglia) dopo 14 anni mi ritrovo a vivere a Seattle. Mission accomplished! Lo devo in primis a mio marito e, in secondo luogo, ai miei che mi hanno lasciata andare...solo perche' si fidano di mio marito. Ora sono piu' di 2 anni che abito qui. I pro:esperienza di vivere all'estero, abbandono della mentalita' di provincia, conoscere gente nuova, imparare bene l'inglese, accorgersi che al mondo possono esistere politiche commerciali fantastiche,  rispetto assoluto per i pedoni, migliaia di servizi senza spostarsi da casa, imparare a cavarsela da soli, e, dulcis in fundo, partorire un figlio che avra' la doppia cittadinanza. Contro: la gente e' amichevole secondo le circostanze, i ristoranti sono luoghi in cui si spendono soldi inutilmente, la mancia, restrizioni troppo severe per i fumatori, circa 15 ore di viaggio per ritornare a casa dalla tua famiglia, i poveri non hanno alcuna assistenza e muoiono per strada e il mio silk epil non funziona a causa del diverso voltaggio. Passo la mia giornata in completa solitudine, eccezion fatta per quelle lezioni di italiano che impartisco per hobby e che, in realta' dovrei, prendere io. Gran parte del tempo ci sono i miei a farmi compagnia su Skype ma guardano la TV e non mi calcolano. Mio marito torna la sera dopo 11 ore di lavoro, e' stanco, va ad allenarsi e spende le ultime energie che ha per darmi attenzioni, fare la lavastoviglie e cuocere la carne al barbeque. Questa e' la mia vita a Seattle...piu' o meno! Dopo 14 anni Robocop e' tornato! Yeah!!!

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