Wednesday, October 19, 2011

La mia rivincita

Adesso inizio a pensare. E mi viene in mente di quando sono scesa al primo piano per prendere la posta. Avevo appena fritto 8 pezzi di petto di pollo e circa mezzo chilo di patatine stile McDonald's. Ah...c'avevo pure i capelli unti, puzzolenti e arrangiati alla "modello numero 4, Giuditta!". Il tocco finale e' rappresentato dal grembiule col panda davanti che m'ha regalato la mia amica Avv. C. Ella, nella sua immensa saggezza, gia' sapeva che mi sarebbe servito un grembiule carino per uscire di casa. Non avevo la ciabatta casalinga che fa molto donna anni '70, ma un bel paio di scarpe da ginnastica che facevano a pugni con tutto cio' che si spiegava sopra di loro. La tuta nera immancabile che e' riuscita a vestirmi dai 50 ai 90 Kg.  Forse la felpetta con la zip mi sta un poco stretta ma, con un poco di impegno (e qualche rumore sinistro, tipo strappo di tessuto), si allaccia pure quella. L'andatura e' quella inconfondibile che m'accompagna da quando ha fatto la sua comparsa nella storia della mia gravidanza la pubalgia. Ricordo benissimo quando stavo per chiedere ad una ragazza incinta cosa fosse sta pubalgia e la risposta e' arrivata da sola, sulla mia pelle, a mie spese. Pare mi abbiano fatto fare la spaccata tipo Sara Simeoni e, nel farttempo, mi stavando dando calci nelle parti intime. Non oso immaginare se fossi stata un uomo come avrei reagito. Di sicuro non sarei riuscita a pulire i pavimenti come ho fatto quest'oggi. Circa il mio passo attuale e' necessario che io menzioni il fatto che sto diventando lo zimbello del quartiere. Praticamente cammino come un bimbo di 2 anni che ancora non sa come mantenere l'equilibrio. Letteralmente mi dondolo da destra a sinistra e viceversa con i piedi che assumono posizioni innaturali pur di farmi rimanere in piedi. Faccio pena pure a loro! La cosa piu' deprimente e' che mi prende in giro pure l'ometto delle pulizie. Quello che viene dal Cameroun e che mi odia a morte perche', quando ci siamo presentati, gli ho fatto ripetere il suo nome per ben 4 volte. Ed alla quarta ho smesso di chiederglielo non perche' avevo capito, ma per evitare  di prolungare quella sana figura di merda che stavo facendo. L'innominato, insomma, appena mi vede si appoggia sul suo inseparabile mocho e inizia a dondolare come un pendolo. Mi guarda con quegli occhi scuri e ride. Per sdrammatizzare inizio a camminare ancor piu' da imbranata, inviando al suo adoratissimo ed inseparabile mocho le peggio maledizioni maledizioni. E' da un po' di tempo che non rivedo l'innominato...
Nel tragitto per andare verso la cassetta della posta non ho incontrato nessuno e mi sentivo quasi felice di aver conservato quel poco di dignita' che mi rimane doipo questi 7 mesi di gravidanza. Prendo la posta, c'era anche il film che avevo ordinato e, sinceramente, la causa maggiore che m'aveva spinta a scendere al primo piano. Mi dirigo sorridente verso l'ascensore per rincasare. Ecco, qui' le cose si son messe male. Rientravano, infatti, proprio in quel momento i super-fighi del nono piano. Ogni piano ha una coppia di vip. Una volta nel quinto piano c'ero io e l'Ing. Ora hanno preso il nostro posto la coppia di sessantenni del 520 che hanno una vitalita' che io manco nel pieno della mia fanciullezza ho conosciuto. Torniamo ai Pitt-Jolie del 9. Si apre l'ascensore. Saliamo tutti e 3. Prima sale lei, poi lui e, per ultima io. "Che cafone!" penso..., "Va be che faccio abbastanza schifo ma sono una donna!". Lui tiene lo sguardo abbassato perche', evidentemente, il pavimento e' piu' guardabile di me. Lei, mora, alta, magra e con la bocca carnosa e l'aria mezza schifata, mi lancia occhiate di disprezzo. Lo so che rasento il quintale, puzzo di fritto, sono vestita peggio della piccola fiammiferaia ma tu, stronza, sotto gli stivali da "fescion victim" hai un escremento di cane che fa capolino! Life is good!!!

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